
Intervista "Fomo"
- gen 24, 2025
Intervista alla Dott.ssa Gilda Tempesta, Pedagogista, componente del Direttivo Anpe, Psicologa esperta in valutazione e riabilitazione neurocognitiva dell’età evolutiva e dell’adulto, componente del Comitato Scientifico SIMPE ETS Puglia (Società Italiana Medici Pediatri).
Quali sono i possibili rischi dovuti ad una continua digitalizzazione nella vita quotidiana? Tempo online e Paura di Essere Disconnessi o Tempo offline e Modalità aereo?
L’utilizzo incontrollato e frequente di smartphone e social media, può portare ad una dipendenza comportamentale. Il bisogno di socialità ricercato attraverso l’uso di strumenti digitali è spesso soddisfatto consultando social e siti, con l’obiettivo di essere coinvolti in tempo reale nella vita altrui.
La Connessione attiva e costante, intesa come frenetico bisogno di aggiornamento tempestivo di eventi, informazioni e notizie, coincide con la sensazione d’ansia provata da coloro che temono di rimanere esclusi dalla partecipazione di esperienze piacevoli condivise e diffuse da altri attraverso i social network.
Tale esperienza è definita digital FOMO (acronimo inglese di Fear Of Missing Out, letteralmente “paura di essere tagliati fuori”) che identifica quel fenomeno sociale che coinvolge non solo gli adulti, ma soprattutto i ragazzi ed i giovani. Ansia e Desiderio determinano la FOMO: ansia di partecipare ad eventi ed esperienze positive di altre persone, al fine di non essere esclusi; desideriodi mantenere costante e senza interruzioni la comunicazione ed il contatto con gli altri, attraverso la connessione attiva con i social network. Ciò determina un comportamento compulsivo di iper-controllo delle notifiche dei social e dello smartphone con l’obiettivo costante di non perdere informazioni relative alle proprie conoscenze. Un pensiero ossessivo che condiziona il comportamento, manifestando un disagio sul funzionamento quotidiano della persona, considerando anche i prolungati tempi di connessione.
Risulta quindi compromesso il rendimento nelle attività quotidiane come quelle lavorative, di studio o relative ai rapporti sociali; per gli studenti le continue pause e interruzioni, caratterizzate dalla consultazione dello smartphone, durante le ore di studio, rappresentano una distrazione, che non facilita l’apprendimento. Alcune tra le possibili conseguenze possono essere un avvertito senso di stanchezza, alti livelli di stress, ansia sociale, depressione, alterazione del ritmo sonno-veglia.
La condivisione per mezzo social delle esperienze personali e della vita privata stimola la curiosità altrui, rinforzando in alcuni casi un interesse eccessivo. Le esperienze vissute dagli altri possono molto spesso apparire migliori rispetto a quelle personali; da tali valutazioni ne consegue così una sensazione di inadeguatezza e di insoddisfazione generica.
Post e storie rappresentano aggiornamenti quotidiani da controllare, con scadenza nelle 24 ore; “Vite in Vetrina” create con immagini e slogan, pronte per essere consultate. Il controllo costante compulsivo dello smartphone soddisfa il bisogno di aggiornamento diventato ormai necessario, placando la sensazione di irrequietezza. Il beneficio è, però, solo momentaneo, perché la successiva disconnessione genererà l’ansia di sapere e la pausa alimenterà nuovamente il bisogno di connessione online, dinamiche incessanti di un circuito ancora da soddisfare.
L’acronimo JOMO, dall’inglese Joy Of Missing Out, indica, invece, la gioia di perdersi qualcosa, accettando la realtà così come viene presentata, valorizzando la diversità di un modo di vivere ed essere diverso dal proprio e non necessariamente migliore o peggiore.
L’evitamento sociale può essere circoscritto favorendo relazioni interpersonali vissute in contesti di reale scambio comunicativo e confronto tra persone, familiari o amici. Prediligere attività offline come gli hobby personali, trascorrere il tempo libero leggendo un libro, praticare attività fisica e passeggiate all’aperto, svolgere attività artistiche, ascoltare musica, possono essere alcune di quelle attività utili a gestire quel circuito fatto di comportamenti ripetitivi. Passiamo in modalità aereo, prolunghiamo il tempo offline e riprendiamo la nostra Vita reale, che va oltre le canoniche 24 ore.
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