“L’emozione è una reazione soggettiva a un evento saliente,
caratterizzata da cambiamenti fisiologici, esperenziali e comportamentali"
(Alan Sroufe, 1996)
Nella mia pratica psicologica mi occupo prevalentemente:
“La psicologia, a differenza della chimica, dell’algebra o della letteratura è un manuale della mente. È una guida per la vita."
(Daniel Goldstein)
Quando hai bisogno di un supporto a chi puoi rivolgerti? Ti può essere d’aiuto uno psicologo, uno psicoterapeuta o qualcun altro? Qual è la differenza tra queste figure?
La Psicologia è la scienza che studia il funzionamento della mente umana, gli stati mentali e i processi emotivi, cognitivi, sociali e comportamentali nelle loro componenti consce e inconsce, attraverso l’utilizzo del metodo scientifico. Essa si occupa anche dello studio e del trattamento delle funzioni psichiche sia in condizioni di benessere sia di sofferenza o disagio mentale. Lo Psicologo è quindi colui che usa tale scienza per la tutela e il benessere psichico e sociale. Egli studia sia i processi psichici degli individui (conflitti, motivazioni, difese, atteggiamenti, ecc.) sia i loro comportamenti all’esterno (azioni individuali, relazioni familiari e di gruppo), cercando di individuarne l’interazione reciproca, al fine di curare ed alleviare eventuali sofferenze psicologiche per migliorare la qualità della vita.
Lo Psicologo interviene quindi in quelle situazioni in cui vi è disequilibrio a livello psicologico o, più semplicemente, in cui un individuo vuole rendere migliore la propria vita o anche solo alcune parti di essa. Il lavoro dello Psicologo è utile nella fase di supporto delle situazioni di disagio e sofferenza, al fine di favorire il benessere della persona.
La Legge 56/89 stabilisce che “la professione di Psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione/riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico, rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali ed alle comunità; comprende, altresì, le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”.
Per svolgere quindi nel modo più adeguato tale attività, è necessario un lungo e adeguato percorso formativo, che non termina con il conseguimento del diploma di laurea.
Per poter svolgere la professione di psicologo bisogna, infatti, conseguire la laurea specialistica in Psicologia, effettuare un tirocinio formativo ed iscriversi all’Albo.
L’iscrizione all’Albo come maggior tutela per il cittadino
Lo Psicologo, essendo iscritto per Legge ad un Ordine professionale, deve rispettare i principi di un Codice Deontologico, che stabilisce dei comportamenti precisi a garanzia di un esercizio corretto della professione ed a salvaguardia dell’utenza. Particolarmente significativi a tale riguardo, sono gli imperativi etici che prescrivono di non danneggiare il cliente e di non utilizzare la professione per scopi personali ma, al contrario, di usare le proprie competenze per favorire il benessere psicologico delle persone. A questo scopo, il Codice prescrive chiaramente la necessità di attuare un continuo aggiornamento professionale e di operare sempre con il supporto di precisi riferimenti scientifici.
Nel momento in cui lo Psicologo non dovesse rispettare i precetti e le regole del Codice Deontologico, la Legge permette di avviare un procedimento disciplinare nei suoi confronti che può comportare alcune sanzioni, che nei casi più gravi, possono consistere anche nell’interdizione dall’esercizio della professione.
Affidarsi, quindi, ad un professionista regolarmente iscritto all’Albo offre alla persona garanzie che, altrimenti, non si potrebbero ottenere rivolgendosi ad individui non legalmente abilitati. A tale scopo, sui vari siti regionali dell’ordine degli psicologi, si possono inserire nome e cognome del proprio psicologo per ricercare e verificare la regolare iscrizione all’albo regionale.
Il pericolo dell’esercizio abusivo delle attività psicologiche e psicoterapeutiche
Essendo molto delicato il settore in cui ci si trova ad operare, è chiaro che un erroneo sostegno psicologico può essere assai dannoso per la salute ed il benessere delle persone.
Perciò è necessario avere sempre ben chiara la differenza fra un professionista adeguatamente preparato e competente ed una serie di altre figure, che non possono offrire quelle garanzie legate appunto al controllo di un Ordine o di un Collegio professionale.
Per questo motivo, al fine di salvaguardare la propria salute psico-fisica, è fondamentale che chiunque abbia bisogno di prestazioni psicologiche si rivolga esclusivamente a professionisti regolarmente iscritti all’Albo, il cui lavoro è controllato direttamente dall’Ordine competente.
“Dare dà più gioia che ricevere, non perché è privazione, ma perché in quell’atto mi sento vivo."
(Erich Fromm)
Alcuni periodi della vita possono essere particolarmente difficili da affrontare. A volte eventi “comuni” possono creare conseguenze più o meno gravi, a seconda della persona, della situazione e dell’ambiente in cui vive. Le problematiche possono essere connesse al contesto familiare, relazionale, sentimentale, lavorativo. In questa fase risulta utile rivolgersi ad un professionista, quando ti rendi conto di non riuscire ad affrontare da solo la situazione, oppure quando ti accorgi che la vita quotidiana diventa più difficile, e le tue risorse energetiche diminuiscono, compromettendo l’ambito lavorativo e sentimentale.
Generalmente la consulenza psicologica può essere richiesta per problematiche quali:
- disagio individuale (relativamente alla gestione dei conflitti, stress, difficoltà a perseguire i propri obiettivi, problematiche relazionali)
- sofferenza soggettiva che interferisce col funzionamento relazionale, sociale e lavorativo
- problematiche psico-educative
- stress
- blocco decisionale
- tristezza e malinconia
- disagio all’interno della quotidianità
- sofferenza e disperazione
- lutto
- auto-svalutazione, mancanza di autostima
- incomprensione con il proprio partner o la propria famiglia
In quell’importante equilibrio tra bisogni interni ed esterni si svolge la quotidianità della vita, ma non sempre tutto va come vorremmo, come avevamo immaginato. È proprio nei momenti di difficoltà che scopriamo risorse e qualità che non pensavamo neppure di avere; alcune volte invece rispondiamo con fatica e disagio alle difficoltà che incontriamo.
L'intervento di uno psicologo, può essere un valido aiuto per individuare l'origine del proprio malessere, favorendo la ricerca di strategie più idonee per affrontare le sfide che la vita ci presenta. Si può richiedere una consulenza psicologica al fine di valutare la possibilità di intraprendere un percorso di sostegno psicologico, con l’obiettivo di migliorare e promuovere il benessere personale.
La consulenza consiste in un intervento, della durata di circa 50 minuti, il primo incontro è un momento di conoscenza e di analisi della domanda per comprendere se e come il professionista possa essere d'aiuto, successivamente si valuta la possibilità di intraprendere un percorso con un numero limitato di incontri, ad una singola persona, ad una coppia o ad una famiglia.
Un progetto d'intervento, utile a stabilire un obiettivo, a dare un'indicazione generale sui tempi e sulle modalità del lavoro, centrato sulla riflessione e approfondimento degli aspetti psicologici relativi al problema da affrontare.
Il Sostegno Psicologico è un percorso condotto da uno psicologo, rivolto a persone che vivono un momento di disagio o crisi personale a seguito di una situazione particolare o di un determinato momento di vita, qualora necessario lo psicologo può proporre l'invio ad altro specialista, competente rispetto alla problematica espressa, come uno psichiatra, un neuropsichiatra infantile, uno psicoterapeuta infantile, un assistente sociale, un consulente legale.
COSA PUO’ FARE UNO PSICOLOGO?
“La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito” (secondo la L. 18 febbraio 1989, n. 56).
CHI È LO PSICOLOGO?
Lo Psicologo è un professionista i cui campi di azione sono:
Da questo punto di vista lo psicologo può applicare le proprie conoscenze e agire con i propri interventi sia sul singolo individuo, sia sui gruppi.
QUALI SONO LE SUE FINALITÀ PROFESSIONALI?
Lo psicologo ha competenze necessarie per lavorare su molti aspetti riguardanti la vita degli individui:
“Essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, è il passo fondamentale
per essere padroni si se stessi."
(Arthur Schopenhauer)
Periodi di crisi personali e di sofferenza psichica sono sempre più diffusi e sono tante le persone che ne avvertono le conseguenze sulla propria qualità della vita.
Parlando di crisi ci riferiamo ad un disagio psichico o mentale, uno stato di malessere che non indica necessariamente una patologia: può presentarsi in risposta a situazioni relazionali problematiche, ad eventi stressanti legati allo studio o al lavoro quali il pensionamento, l’insicurezza economica, l’instabilità nelle relazioni e le problematiche familiari, le difficoltà evolutive degli adolescenti, la necessità di accudire familiari affetti da malattie croniche; oppure circostanze traumatiche come la malattia, i lutti, le separazioni, le delusioni nell’ambito amicale, familiare, scolastico e professionale.
Lo stress è la risposta dell’organismo nei confronti di una situazione negativa che può essere reale o immaginaria; lo stress può essere acuto e molto intenso oppure cronico e di minore intensità. Possiamo essere stressati per motivi differenti, pertanto lo stress è soggettivo; inoltre, è la valutazione soggettiva a rendere l’evento stressante e non l’evento in sé per sé. Lo stress è il risultato tra le variabili ambientali, scaturite dagli eventi che viviamo, e le variabili individuali derivate dall’interpretazione soggettiva della situazione stressante, quest’ultima caratterizza l’intensità dello stress. Non si tratta di vere e proprie patologie, quanto di reali difficoltà di adattamento e di gestione delle emozioni in contesti e situazioni che possono presentarsi nel corso della vita.
Le sensazioni che affliggono coloro che affrontano un periodo stressante sono di frustrazione o di nervosismo generalizzato, strettamente collegato a situazioni specifiche; pertanto lo stress è definito come una risposta psicofisica dell’organismo a fronte di incarichi, compiti percepiti come eccessivi. Una forte preoccupazione rivolta alla condizione che il paziente vive nel presente e che caratterizza gli eventi esterni. Infatti, quando la circostanza stressante nel presente viene meno, tendenzialmente si riduce o scompare anche lo stress.
In queste condizioni frequentemente possono comparire vissuti di inadeguatezza, di disperazione, di labilità emotiva, depressione, accomunati dalla difficoltà a comunicare il proprio malessere e di trovare delle soluzioni efficaci.
In questi casi è necessario rivolgersi ad un professionista capace di fornire un ascolto attento e competente, non giudicante e protetto dal segreto professionale, con il fine di individuare insieme risorse e strategie per affrontare i momenti difficili ed arrivare a migliorare la qualità della vita, del rapporto con se stessi e della relazione con gli altri. Lo psicologo aiuta a rintracciare le ragioni dello stress, individuando quelle che possono essere modificate o ridotte, rispetto ad altre.
I tempi di attesa e la mancanza di supporto e sostegno adeguato, possono trasformare il disagio psicologico in disturbo psicologico, più difficile da curare e di competenza dello psicoterapeuta.
Il disagio psicologico viene sottostimato e trascurato quando non propriamente correlato a sintomi specifici, oppure quando sembra non compromettere il funzionamento psico-sociale della persona.
Il nostro benessere mentale è importantissimo, quanto il benessere fisico, lo psicologo affronta le varie condizioni della persona nel corso della sua storia personale ed affronta insieme al paziente la situazione psico-affettiva del momento.
“Il bambino non riesce come noi a soddisfare i bisogni affettivi e anche intellettuali del suo io.... E' dunque indispensabile al suo equilibrio affettivo e intellettuale che egli possa disporre di un settore di attività la cui motivazione non sia l'adattamento al reale, ma al contrario l'assimilazione del reale all'io, senza costrizioni né sanzioni: tale è il gioco che trasforma il reale per assimilazione più o meno pura ai bisogni dell'io."
(J. Piaget)
Il bisogno di conoscenza si manifesta con la nascita, quando il bambino impara esplorando il mondo. Curiosità e conoscenza caratterizzano l’apprendimento prescolastico, infatti con la frequenza della scuola, l’apprendimento diventa un vero compito, a cui lo studente è chiamato a rispondere. Inizia un percorso di formazione, alquanto impegnativo in cui ogni studente è coinvolto attivamente, diversi i disagi e le difficoltà scolastiche da affrontare, come difficoltà cognitive, disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), problemi familiari, deficit fisici, sensoriali o cognitivi. Alcuni studenti possono vivere l’esperienza dell’apprendimento, manifestando disturbi come dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, rallentando il processo di acquisizione delle abilità scolastiche di lettura, scrittura e calcolo. Nonostante l’impegno dell’alunno il rendimento risulta basso, lo studente viene parzialmente compreso, il suo impegno sembra caratterizzato da poco interesse, pigrizia e con capacità cognitive limitate. Studenti con disturbi specifici dell’apprendimento e con difficoltà generiche, vivono con disagio la loro condizione, si sentono diversi, parzialmente competenti nell’affrontare le richieste scolastiche e manifestano inadeguatezza, tristezza, frustrazione.
In tale fase risulta fondamentale effettuare una valutazione diagnostica, al fine di individuare le difficoltà e programmare un intervento personalizzato di supporto e potenziamento delle abilità e delle competenze, a partire dalla scuola dell’infanzia fino all’università. Consigli e strategie mireranno a sostenere il bambino ed il ragazzo nel percorso di apprendimento, coinvolgendo anche le figure genitoriali di accompagnamento del percorso di crescita dei figli.
Ogni trattamento è personalizzato valuta le caratteristiche individuali di ognuno e risponde ai vari bisogni emergenti, la conoscenza di varie metodologie di intervento permette di ottimizzare il percorso riabilitativo. Riabilitazione di lettura, scrittura, calcolo, comprensione del testo, abilità di studio, produzione scritta. Riabilitazione funzionale di abilità cognitive come memoria, attenzione, linguaggio.
Un intervento precoce favorisce il recupero e aiuta a limitare le difficoltà negli apprendimenti.
“Il futuro appartiene a coloro che si preparano per esso oggi."
(Malcolm X)
Tra gli ambiti di intervento della psicologia vi è l’età evolutiva e lo studio dei cambiamenti che avvengono durante il processo di crescita dell’individuo dalla nascita all’adolescenza. Al fine di comprendere come si sviluppa il linguaggio, la personalità, la sessualità, il passaggio all’età adulta.
L’adolescenza è un periodo di cambiamento dall’infanzia all’età adulta, caratterizzato dai cambiamenti della pubertà. Un momento molto particolare nella vita di una persona, che assiste al mutamento dal punto di vista fisico ed anche emotivo, oltre che psicologico e sociale.
La crisi adolescenziale richiama i frequenti conflitti tra la dipendenza psicologica e affettiva con i genitori e la ricerca di una primordiale indipendenza con i legami esterni, tutto questo origina spesso confusione e conflitto. In condizioni favorevoli il mutamento della crisi si risolve positivamente, pertanto si costruiscono nuove relazioni sociali, si raggiunge un’indipendenza psicologica ed affettiva, con il pieno sviluppo cognitivo.
L’adolescente può trovarsi a vivere diverse problematiche, come ad esempio l’uso di alcool e sostanze stupefacenti, disturbi del comportamento alimentare, calo di motivazione allo studio, allo sport ed ogni altra attività ed impegno quotidiano. A questi potrebbero aggiungersi situazioni più gravi come il bullismo e il cyberbullismo.
Pertanto risulta importante l’aiuto ed il supporto di tipo psicologico, in questa fase di strutturazione della personalità, il ritardo di un intervento psicologico aumenta il rischio di disagio.
Una corretta diagnosi, seguita da un eventuale intervento psicologico, rivolto all’adolescente ed alla coppia genitoriale, mira a ristabilire l’equilibrio all’interno del nucleo familiare, favorendo la ripresa di una crescita serena ed equilibrata.
Il percorso psicologico prevede dai 5 ai 10 incontri, secondo l’analisi delle situazioni, gli incontri sono generalmente a frequenza settimanale, durata 50 minuti.
Tra gli obiettivi comprendere-conoscere-capire l’adolescente, per un’identificazione precoce delle problematiche, promuovendo il benessere psicologico e psicosociale, sostenendo lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale.
Alla consulenza psicologica l’adolescente accede previo consenso sottoscritto da entrambi i genitori.
Solitamente, i percorsi psicologici coinvolgono le figure genitoriali; a volte si possono aiutare gli adolescenti semplicemente supportando il padre e la madre nelle scelte educative e nel percorso di crescita.
“La vita non è come dovrebbe essere. E’ quella che è. E’ il modo in cui l’affronti che fa la differenza."
(Virginia Satir)
Con il termine malattie croniche si fa riferimento a condizioni patologiche che colpiscono l’individuo, caratterizzate da un lungo decorso, richiedono assistenza a lungo termine e un trattamento continuo per un tempo che varia negli anni.
Le patologie mediche croniche richiedono cure appropriate e continuative finalizzate a circoscrivere gli effetti negativi, i caregiver, i familiari e le persone coinvolte nella vita del paziente affetto da malattia cronica, sono coinvolte nel processo di supporto psicologico. Nell’inaspettata fase iniziale, in cui viene diagnosticata la malattia, si avvia un processo di adattamento alla nuova condizione medica, spesso si viene catapultati in una nuova e acuta realtà. A questa fase segue quella di cronicizzazione, in cui il paziente è costretto a convivere ogni giorno con la malattia, con fatica e sofferenza organizza la quotidianità, ricostruendo una nuova immagine di sé, con la convinzione di una limitazione della propria condizione.
In questa prima fase alcuni pazienti, manifestano un vero e proprio rifiuto della diagnosi, vivono uno stato di confusione e disorientamento. Superano lo shock negando l’accaduto o minimizzando la malattia. Tale atteggiamento si traduce in rifiuto alle varie richieste dei medici per eventuali terapie da intraprendere. Questa è una fase difficile da superare, successivamente al rifiuto ed alla negazione, si avvia un periodo di accettazione della stessa.
Per affrontare una malattia cronica c’è bisogno di molta energia e l’intervento in team di più figure professionali, a sostegno della persona malata, risulta di fondamentale importanza. Lo psicologo sostiene il paziente mediando la relazione tra medico-paziente-caregiver ed affronta l’aspetto emotivo della malattia, favorendo il progetto terapeutico. Lo psicologo favorisce la comunicazione efficace, sostenendo anche la dimensione emozionale dei curanti, coinvolti con il paziente nel percorso della malattia, infatti spesso manifestano difficoltà a fronteggiare l’angoscia del paziente, frustrazione e delusione rispetto alle terapie mediche…
Il lavoro psicologico è finalizzato alla diminuzione dei fattori di rischio e l’intervento può configurarsi come individuale o di gruppo.
“I mestieri più difficili in assoluto sono nell'ordine il genitore, l'insegnante e lo psicologo."
(S. Freud)
Sigmund Freud sosteneva che tra i mestieri più difficili vi fosse quello del genitore, un compito molto complesso. I genitori si sentono messi a dura prova fin dalla nascita del bambino, spesso la coppia vive un periodo di crisi, sono molteplici le situazioni che creano disagio nelle relazioni familiari, ma come sosteneva Winnicott, non è necessario essere “genitori perfetti”, basta essere “sufficientemente buoni”.
Il supporto psicologico aiuta ad affrontare le difficoltà connesse al ruolo di madre e di padre, in relazione ai figli, un percorso che mira a migliorare la relazione educativa e comunicativa tra le parti coinvolte. La richiesta di sostegno psicologico avviene per diversi motivi: cambiamenti fisiologici legati alla crescita ed evoluzione delle diverse fasi del ciclo della vita ei figli, crisi adolescenziali, separazione, problematiche personali o dei figli, trasferimenti residenziali ecc….
Qualsiasi situazione vissuta come difficoltosa può essere affrontata, con la finalità di favorire la capacità di autovalutazione, analizzando le cause che originano le difficoltà, potenziando le risorse genitoriali presenti tanto nella coppia, quanto nel singolo genitore. Comprendere e migliorare la relazione con i figli acquisendo nuovi strumenti per costruire e potenziare la relazione. Di seguito sono indicate alcune situazioni che inducono la coppia genitoriale a richiedere il supporto psicologico:
Il percorso si svolgerà con un numero determinato di incontri, che potranno coinvolgere i singoli genitori o la coppia degli stessi, alcuni alla presenza dei figli. L’intervento aiuterà il genitore, ad analizzare la situazione di crisi, ad ampliare la conoscenza di sé, a comprendere i bisogni e le difficoltà del figlio, promuovendo modalità comportamentali e comunicative più soddisfacenti.
Nei casi di separazione e divorzio, mi occupo di mediazione familiare e gestione dei figli, aiutando le parti a superare i conflitti e le situazioni di blocco caratterizzate da ostilità reciproca. Una cooperazione che considera le richieste di entrambi le parti, facendo confluire le stesse in un soddisfacente accordo.